Siamo Donne, madri, dee dal ventre capace di accogliere e generare sogni, idee, progetti. E di dare la luce a compagni, amici, genitori. Perfino a noi stesse.
Una volta mi dicesti che la tua vita è comunque completa, che sei felice nonostante il desiderio di essere madre nacque in te quand’eri molto giovane. È stato un percorso di accettazione lungo e tortuoso o sei per carattere positiva?
Io ho un carattere complesso: sono solare, determinata, positiva, reattiva. E, al contempo, terribilmente malinconica, profonda, sensibile.
Vivo nel percorso, o nel viaggio, e mi evolvo, a volte cado e poi mi rialzo, a volte danzo sotto la pioggia e altre cerco rifugio nell’ombra.
Mi sento completa, viva e di vita affamata e, dunque, felice. Come chiunque altro viaggi e vibri intensamente, mamma o meno.
Cosa diresti a chi invece si ammala di depressione per questo motivo?
Ognuno ha la propria sfida, questa è la nostra. Non c’è colpa né nell’essere infertili né nell’essere depresse. In un modo o nell’altro si rinasce, non abbiate paura.
In generale, io penso che questo modo di pensare sia applicabile a diversi aspetti. È un po’ come dire: in un modo o nell’altro, ognuno di noi ha un suo percorso e spesso la via non è quella che si vorrebbe, ma si deve accettare. Tutto questo mi fa pensare a una massima: la persona felice non è quella che ha tutto, ma quella che decide di trarre il meglio da quello che ha. La pensi come me?
Se trai il meglio da quello che hai, hai tutto.
Se trovi il tuo dono, hai il potere di essere felice.
Se sai cambiare i tuoi sogni, niente potrà derubarti della gioia della conquista.
La domanda che non ho fatto è...?
“Quali sono i tuoi progetti imminenti?”
Sono tantissimi.
Sto tenendo un seminario storico, letterario e antropologico intitolato Voce alle Donne, dunque. E finalmente: un viaggio in cui il tempo si riassume nel cerchio della Luna.
Ci fu un tempo in cui il silenzio imposto fu violenza psicologica e fisica e la voce fu ribellione, maledizione e follia. E questo tempo un giorno culminerà in bagno di sangue sacro, non in quello delle vittime che ogni 25 novembre ci fermiamo a ricontare. Alcune scrittrici contemporanee operano in questi anni, in questi mesi, una riscrittura della storia ufficiale, del mito, della letteratura: da Circe alle Troiane, a Penelope, a Medea, a Medusa ad Antigone, fino a streghe, a mistiche, a regine, a monache, pazze e criminali, passando per fiabe, poesie, immagini, espressioni artistiche, si mette in luce il punto di vista delle donne, dimenticate e ridotte a tacere. Voce alle donne, dunque. E finalmente.
Ma non solo: sto tessendo le reti di appassionanti eventi contro la violenza di genere, di convegni, conferenze, presentazioni di libri, spettacoli di parole e musica, laboratori, concorsi per poesie e racconti, festival letterari, viaggi di gruppo… in tutta Italia e non solo. E in Sardegna, naturalmente.