Lettera a Piero Angela: la scuola

SdS, 9 febbraio 2023


A sentirlo, il noto divulgatore scientifico della TV italiana morto recentemente, "la scuola è stata per me una perdita di tempo", ci sarebbe da credergli, se non fosse che suo figlio Alberto a scuola ci è andato. Allora sarà il caso di un'indagine, diciamo pure una piccola benevola riflessione.
 
Evidentemente l'affermazione di Piero vuol essere provocatoria di una reazione, in chi l'ascolta, nei confronti di una scuola che lui ritiene vada in qualche modo cambiata, così come provocatoria è la sua volontà di proporsi nei panni televisivi di "tour operator" di mille viaggi in mondi surreali, fotomontato da astronauta sospeso fra galassie così come da globulo rosso esploratore del corpo umano.

È il caso di esprimersi come se stessimo ancora interagendo con Piero e si parla di provocazione e di reazione, per entrare nel cuore di questo articolo.

"Provocazione" è una parola che coglie il senso più autentico delle relazioni sociali che nell'età scolastica cominciano a sperimentarsi.

Pro- voco, chiamo fuori, in avanti, ti incito a non isolarti.

Immaginate i piccoli che cominciano a frequentare le scuole materne, quando uno di loro, non osservato dall'educatore presente, intenda approcciare un altro coetaneo sul posto, e pensate se non dica o si comporti in modo tale da richiamargli l'attenzione. È molto probabile che a quella età il richiamo d'attenzione su di sé sia del tipo provocatorio, perché nei piccoli uomini il richiamo è istintivo e forte e non controllato, al contrario di come accade nell'adulto ( con le dovute eccezioni, naturalmente).

Proseguendo dalla scuola materna il proprio curriculum scolastico l'adolescente continua a sperimentare l'interazione sociale, in quantità e pluralità di forme, perché per lui la scuola va a costituire la prima realizzazione pratica di un vivere sociale sotto la propria responsabilità, restando fuori dalla scuola sotto la responsabilità genitoriale.

Non bisogna dimenticare, d'altra parte, che nel corso dell'esperienza scolastica di socializzazione, l'adolescente è nella fase evolutiva delle attitudini psico-emotive e cognitive, per raggiungere un primo grado di stabilizzazione che gli consenta di entrare a far parte della società adulta, sotto la propria esclusiva responsabilità.

La sovrapposizione nell'adolescente di due dimensioni, quella esperienzale e quella evolutiva, formarsi vivendo, accade proprio nella scuola.

"A noi, caro Piero, interesserebbe tanto sapere da te, dove avresti perso tempo da adolescente, se non a scuola, a meno che tu non disponessi di un precettore personale, quel tipo di educatore che potevano consentirsi coloro che avevano risorse economiche non da tutti.

Ma comprenderai che avresti perso comunque del tempo, perché un singolo educatore non può farti sperimentare socializzazione, specie nell'età in cui questo serve.

Forse i tuoi genitori ti avranno mandato a scuola per tutti questi motivi.

È chiaro, Piero, che tu hai provocato dicendo che la scuola per te è stata una perdita di tempo, e infatti noi stiamo reagendo alla tua provocazione, non riuscendo tuttavia ad esserti parimenti provocatorio, perché non riusciremmo a travestirci da globuli rossi che viaggiano nel corpo umano, trascinando in quel viaggio così tanti telespettatori come tu fai.

Però possiamo dirti che se riesci a provocarci anche da morto, forse non sei ancora morto.
Fatti sentire ancora."
Domenico Renna per Società dei Sogni