La prossima fermata
SdS, 18 ottobre 2022
Si, prendiamocelo il tempo, fermiamolo, almeno il tempo del nostro spirito, quello che ci appartiene dentro, il 'kairos' dei Greci.
Sembrerebbe un tempo di sospensione ma in realtà è intriso di grande concretezza.Come quando si è su un aereo, quando tra le nuvole sembra di essere fermi, ma invece si percorrono migliaia di chilometri aerei.Il Kairos è l'antigiro del chronos.
È il bastone tra le ruote dell'orologio.
È il tempo davvero vissuto. Quello che ti fa fermare e ti scandaglia l'animo.Non abbiamo quasi mai tempo: corriamo quasi tutti, quasi ovunque e quasi sempre. Poi succede un qualcosa che ci blocca.
Spesso una malattia, fisica o mentale, o semplicemente un accadimento della vita: una separazione o un tradimento, un grosso e critico cambiamento. E li siamo costretti a scalare le marce e rallentare.
Ma diventa quello il tempo propizio: per soffermarci su noi stessi, per ripristinare le scale del nostro sistema di valori, per cercare e trovare un senso.
Come capita nella condizione di fragilità ed impotenza per antonomasia: il fine vita della malattia grave e inguaribile. È allora che spesso il tempo interiore è più dilatato del tempo che scorre fuori e che anzi è poco o pochissimo. Ma il kairos può diventare anche tardi il tempo della riconciliazione con la vita. E non di rado capita che chi sta accanto a chi sta per morire impari ed impari tanto: apprende l'arte di vivere da chi vive l'arte del morire.